Nel corso dell’anno liturgico abbiamo tempi in preparazione e per vivere poi il dono/messaggio della festa: stagioni liturgiche che si susseguono per penetrare e arricchire la vita religiosa di ogni credente.
Oggi, dopo le feste natalizie, riprendiamo la quotidianetà con un cuore diverso, dedicato dalla Chiesa a vivere il mistero dell’amore di Dio e la sua chiamata a ciascuno di noi: è il tempo della sequela e del discepolato da vivere nella ferialità.
Per questo, oggi voglio presentare vari momenti della vita sacramentale e della vita cristiana nei quali lo Spirito diventa nostra guida e compagno di viaggio. Sono veramente tanti e noi ne presenteremo alcuni tra i più significativi. Il catechismo ci ricorda che lo Spirito è Dio, la terza persona della Trinità, l’Amore del Padre e del Figlio. Lo sappiamo, ma come opera in noi?
Lo Spirito di Dio non è solo lo Spirito dei segni appariscenti (come, ad es., la sua discesa a Pentecoste, che ha messo in subbuglio Gerusalemme, costringendo gli apostoli ad uscire dal cenacolo), ma è colui che guida la Chiesa nella sua vita ordinaria. Egli infatti è colui che mette in contatto Gesù e il suo vangelo con il cuore degli uomini e di conseguenza con la loro vita. Occorre un sapiente discernimento per capire dove lo Spirito vuol condurre la Chiesa.
“Senza lo Spirito: Dio è lontano / Cristo resta nel passato /
l’evangelo è lettera morta / la Chiesa una semplice organizzazione /
l’autorità dominio / la missione propaganda / il culto semplice evocazione
e l’agire cristiano una morale da schiavi.
Ma in Lui, e in una sinergia indissociabile: il cosmo si solleva e geme nelle doglie del regno / l’uomo lotta contro la carne, / Cristo Risorto è vicino a noi / l’evangelo diventa potenza di vita / la Chiesa segno della comunione trinitaria / l’autorità servizio liberante / la missione una Pentecoste / la liturgia è memoria e anticipazione e l’agire dell’uomo divinizzato”
(Ignazio IV, patriarca greco-ortodosso di Costantinipoli; 5.7.1968: Assemblea generale del Consiglio ecumenico della Chiesa).
- Eventi nella Bibbia: sono veramente tanti. Lo Spirito che aleggia sulle acque della creazione, lo Spirito che ispira i profeti che reclamavano per un culto autentico, la fedeltà a Dio, una vita di giustizia e verità: Lo Spirito è ricordato nei vangeli (Annunciazione, Elisabetta ….) in particolare che scende come colomba su Gesù al momento del battesimo al Giordano e resta sempre con lui, lo accompagna e lo sostiene.
- E quando Gesù toglie la sua presenza visibile, non ci lascia orfani, ci invia il suo Spirito Paraclito, Consolatore come guida per la Chiesa. È lui che ci accompagna, ci suggerisce e orienta nella preghiera. Ci dà la possibilità di proclamare “Gesù è il Signore” (1Cor 12,3) e ancora Paolo (Gal 4,6) ci dice che Dio ha inviato nei nostri cuori lo Spirito del Figlio suo che ci fa pregare: “Abbà, cioè Padre”.
- La nostra vita di fede è ricerca quotidiana, un ravvivare il desiderio di intima relazione con il Padre e con Gesù, perché dal cuore nasca il nostro impegno concreto e si traduca in scelte di comunione e di fraternità. Ad es. molti non sanno che nell’eucarestia invochiamo lo Spirito, nella 2° epiclesi, per l’unità dei fedeli. Ecco il testo nella Preghiera eucaristica II: “Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e sangue di Cristo, lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo”. Mentre nella 1° epiclesi il celebrante, imponendo le mani sul pane e sul vino, prega: “Santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito, perché diventino per noi il corpo e il sangue Gesù Cristo nostro Signore”.
- La sera di Pasqua Gesù dona lo Spirito ai suoi apostoli, li manda nel mondo come il Padre ha mandato lui, soffiò e donò lo Spirito per rimettere i peccati (cfr Gv 20, 21-23). E questa misericordia si prolunga nei secoli e arriva a noi. Nel sacramento della Riconciliazione il sacerdote impone le mani sul capo del penitente: è lo Spirito che scende nel cuore a farlo nuovo, riconciliato con Dio.
- Allora ecco il nostro impegno nel quotidiano della nostra vita: il cristiano si lascia condurre dalla Parola di Dio per dare un senso profondo alle realtà del lavoro, della famiglia e dell’impegno sociale. Lo Spirito abita nei nostri cuori, perché sappiamo riconoscere Gesù come Signore, pregare Dio come Padre, impegnati per l’unità e crescita della comunità: riconoscere la presenza dello Spirito in noi. Ecco per voi una bella preghiera di san Bernardo di Chiaravalle:
O Spirito Santo
Anima della mia anima
In te solo posso esclamare: Abbà, Padre.
Sei tu, o Spirito di Dio,
che mi rendi capace di chiedere
e mi suggerisci cosa chiedere.
O Spirito d’amore,
suscita in me il desiderio
di camminare con Dio:
solo tu lo puoi suscitare.
O Spirito di santità,
tu scruti le profondità dell’anima
nella quale abiti,
e non sopporti in lei
neppure le minime imperfezioni:
bruciale in me, tutte,
con il fuoco del tuo amore.
O Spirito dolce e soave,
orienta sempre più
la mia volontà verso la tua,
perché la possa conoscere chiaramente,
amare ardentemente
e compiere efficacemente. AMEN